Le opere che ho intitolato “Esternissimo”, rappresentano uno spazio concettuale che si colloca al di fuori della superficie pittorica, ed al di fuori dello spazio a noi esperibile nella vita reale, ma che risiede nella nostra capacità di astrazione, è facile capirlo tramite un esercizio:
“Immaginiamo uno spazio interno a noi familiare, successivamente visualizziamo una finestra che si apre su uno spazio esterno, e a questo punto lasciamoci andare oltre il confine invisibile che immaginiamo ai bordi dell’estremamente vasto, per fluttuare, o cadere, verso l’esternissimo.”